Flying Off-Site
Nuove metodologie di indagine per l’analisi dei paesaggi storici. Oltre il costruito per lo studio degli spazi agricoli medievali.
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Il progetto “Flying off-site: nuove metodologie di indagine per l’analisi dei paesaggi storici. Oltre il costruito per lo studio degli spazi agricoli medievali”, concluso nell’ottobre 2023 nell’ambito del XXXV ciclo di Dottorato, si sviluppa su due principali filoni di ricerca: uno di carattere storico-archeologico e l’altro prettamente metodologico.

Il primo filone rientra nella disciplina francese nota come archéogéographie, una branca interdisciplinare che combina elementi di geografia storica e archeologia per studiare le interazioni tra le società umane e il territorio occupato nel corso del tempo. Questa prospettiva si concentra sulla dinamica delle trasformazioni del paesaggio e sulla stratificazione delle attività umane, fornendo uno strumento fondamentale per comprendere la complessità dei paesaggi storici. Il secondo filone, invece, si inserisce nel campo metodologico dell’aerofotografia archeologica, con un focus specifico sull’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati come i sensori termici e multispettrali applicati ai droni. Questi strumenti permettono di ottenere dati precisi e non invasivi, essenziali per lo studio del paesaggio.

La ricerca ha inizialmente previsto una fase sperimentale in cui i droni equipaggiati con sensori termici e multispettrali sono stati testati nell’area del pianoro urbano di Veio. In particolare, i droni multispettrali sono stati impiegati per un intero anno di osservazioni, e i risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti tramite le precedenti indagini aerofotografiche tradizionali di Guaitoli (2015, 2016) e con le prospezioni magnetometriche condotte da Campana (2018, 2019). Questo confronto ha dimostrato che i droni multispettrali sono stati in grado di rilevare gran parte delle tracce viarie principali e secondarie, oltre a diverse tracce edilizie già note attraverso tecnologie tradizionali. Tuttavia, in alcuni casi, le anomalie individuate dai droni non erano visibili nelle fotografie aeree o nelle prospezioni magnetometriche, suggerendo così un potenziale innovativo della tecnologia multispettrale nell’archeologia.

La sperimentazione dei droni termici è stata condotta in più fasi, nelle aree di Veio, Castronovo di Sicilia e Jesolo. I voli sui terreni spogli non hanno prodotto risultati soddisfacenti, principalmente a causa della bassa risoluzione dei sensori e delle difficoltà nell’elaborazione delle immagini in condizioni di scarsa luminosità. Tuttavia, quando i test sono stati effettuati su terreni coltivati, in particolare su campi di grano, i risultati sono stati significativamente migliori. Contrariamente alle indicazioni della letteratura scientifica, i momenti migliori per l’acquisizione di immagini termiche si sono rivelati essere durante le ore diurne e non notturne. Questo cambio di approccio ha permesso di rilevare un maggior numero di anomalie, grazie al fenomeno dell’evapotraspirazione, che influisce sulle differenze di temperatura nel suolo e nella vegetazione sovrastante, rendendo più evidenti le tracce archeologiche.

Successivamente, l’attenzione della ricerca si è concentrata su tre aree principali: Antiche Mura (Jesolo, VE), Stracciacappe (RM) e Castronovo di Sicilia (PA). In ciascuna di queste aree, l’integrazione delle analisi termiche e multispettrali effettuate con i droni, insieme ai metodi tradizionali dell’archeogeografia (come l’analisi della cartografia storica, lo studio delle fonti scritte, l’indagine sulla viabilità e il parcellario, nonché il confronto con dati derivanti da ricognizioni e scavi), ha permesso di approfondire la comprensione del paesaggio storico. Queste indagini hanno messo in luce le diverse fasi di trasformazione dei paesaggi medievali, evidenziando come l’occupazione e l’utilizzo del territorio si siano evoluti nel tempo, rispondendo a dinamiche socio-economiche, politiche e ambientali. In particolare, la combinazione delle nuove tecnologie con l’approccio multidisciplinare ha consentito di ottenere una visione più articolata e dettagliata di questi paesaggi, restituendo una lettura del territorio che integra le evidenze archeologiche con le trasformazioni antropiche e naturali.

Leggi di più in Publications

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Campana S., 2018, Mapping the Archaeological Continuum. Filling 'empty' Mediterranean Landscapes, New York

Campana S., 2019, Filling gaps in space and time at Veii. ‘Emptyscapes’ project, in Tabolli, J. (Ed.), Veii. University of Texas Press, Austin, pp. 29-34 

Guaitoli M., 2015, Veio: osservazioni sulla topografia della città, in Cascino, Fusco, Smith (Ed.) Novità nella ricerca archeologica a Veio,Sapienza Università Editrice, Roma

Guaitoli M., 2016, Veio : osservazioni preliminari sulla topografia della città, in Quilici Gigli, Quilici, Atlante tematico di topografia antica : 26, 2016 Roma, pp 177-214 

 

 

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